Analizzeremo in maniera semiseria l'andamento della gara Collio Bike Marathon, corsa il 31 ottobre a Cormons in provincia di Gorizia. Va detto che tale gara, una marathon MTB di 65 km e 1800 m di dislivello, era programmata a fine settembre e sarebbe stata valida come prova unica che assegna il titolo di campione regionale marathon della federazione ciclistica italiana nella categoria marathon. Purtroppo per cause organizzative la data dell'evento è stata spostata di ben 5 settimane, praticamente in pieno offseason. Questo spostamento, come vedremo, ha di fatto stravolto le sorti della gara, in quanto ormai già oltre il “fine stagione” di tanti atleti, oppure ben dentro la stagione invernale di ciclocross di altri.
Partiamo con ordine: la preparazione per questo evento è stata meticolosa, con allenamenti mirati a mantenere la ftp attorno ai 5 w/kg, concentrandomi principalmente sui “fuorisoglia” ovvero quelle intensità sopra la ftp, mantenuti per pochi minuti, in quanto il percorso prevedeva si tanto dislivello, ma distribuito su molte piccole brevi e ripide salite del Collio. In sostanza la salita più lunga sarebbe durata una decina di minuti scarsi. La tabella di avvicinamento era rispettata, con sedute di intervalli brevi tra i 5 e i 6 w/kg due volte a settimana e una o due uscite lunghe (anche di 6 / 7 ore, ben oltre la durata prevista della gara) nei weekend. A fine settembre la forma era ottima e le aspettative altissime. Sono anni infatti che corro dietro alla maglia di campione regionale, classificandomi regolarmente sul podio, ma sui gradini che contano meno.
A un certo punto, la doccia fredda: gara rinviata ... Sconforto ...
Foto: Giovanni Celeghin e Tiziano Celeghin
Con la stagione ormai alle spalle, e la possibilità che la gara non si corresse proprio, si piomba irrimediabilmente in offseason. Abolite tabelle di allenamento e regime alimentare controllato, si “svacca”. Per l'amor del cielo, si esce ancora a pedalare, ma per il solo gusto di farlo, per godersi le ultime giornate dal clima mite e dai colori autunnali. Training Peaks mostra dei grafici di forma stimata che raggiungono addirittura livelli di -40 punti rispetto al picco di forma di poco tempo prima. Le gambe sono già impallate dalle prime sedute sotto bilancieri e ghisa. Nonostante tutto, non ritiro l'iscrizione alla gara ... Non si sa mai ...
A una settimana dall'evento, la situazione non cambia. Che si fa? Si corre o non si corre? Decido all'ultimo in base alla previsione meteorologica (il percorso sarebbe stato una mattanza in caso di pioggia e fango). Giove Pluvio stavolta non si mette di traverso come alla Pedalonga di inizio agosto e a fine ottobre troviamo una giornata da 20 gradi, leggera brezza e sole: si parte addirittura in divisa estiva.
Espletate le formalità anticontagio-Covid, si entra in griglia e si inizia a studiare i possibili avversari, conscio del fatto di avere pochi watt nelle gambe, ma almeno di esser fresco.
La strategia è molto semplice: difendersi e cercare di non esplodere. Calcolo al milligrammo liquidi e calorie da assumere in gara: su 3 ore circa e 3000 kcal di consumo stimato, preparo 5 gel Nrgy Unit Gel all'arancia, due borracce con Nrgy Unit Gel e prima della partenza ingurgito ancora un Monster Flapjack. Il serbatoio è indubbiamente pieno. Burp.
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La gara prevede tre giri, di cui il primo più corto e semplice, prevalentemente su strade larghe e asfaltate, mentre gli altri due su strade sterrate e singletrack nei boschi e tra le vigne nel comune di Cormons.
La partenza non è esagerata e durante il primo giro non c'è una grande selezione. Taglio per primo il traguardo per la prima tornata, quasi fischiettando, con altri 20 atleti circa alle mie spalle, ma già a inizio secondo giro si capisce che la gara sta per esplodere. I forti Tabacchi, Cargnelutti e Pelizon partono sulla prima salita asfaltata e il gruppo si allunga inesorabilmente. Mancano ancora 50 km e 1400 m di salita al traguardo ... Meglio risparmiarsi, mi dico, e imposto un ritmo sostenibile di circa 360/370 w attestandomi attorno alla decima posizione. Nelle mie vicinanze scorgo un paio di atleti della mia categoria d'età, mentre facendo un pò i calcoli a mente, davanti non dovrebbe esserci nessun contendente per il titolo e la maglia nella mia categoria... Sono anni che gareggio in queste zone e conosco quasi tutti gli avversari, ma ogni tanto salta fuori qualche outsider che regolarmente fa saltare il banco... spero vivamente che stavolta non sia così.
Foto: Giovanni Celeghin e Tiziano Celeghin
A metà secondo giro e con 3 gel già ingurgitati, comincio a sentire che pur non percependo grossa fatica, la prima parte della gara è stata fatta a un ritmo un pò troppo elevato per le mie condizioni attuali di allenamento. I quadricipiti si fanno legnosi e i femorali, mio punto debole, iniziano timidamente ad accennare qualche crampo. Bevo immediatamente e cerco di mantenere una pedalata rotonda per non incorrere in problemi muscolari più grossi.
Nel frattempo il gruppo si fa sempre più allungato e ormai le distanze tra noi corridori sono di una trentina di secondi l'uno dall'altro, rendendo la tattica più difficile: aumentare il ritmo e cacciare l'avversario davanti, o difendersi da quello dietro?
A fine secondo giro la tattica si sceglie da sola: una rampa ben oltre il 20% mi consiglia di tirare un po i remi in barca e difendermi ... mancano ancora 25 km al traguardo e una crisi a questo punto potrebbe farmi perdere diverso tempo, posizioni e forse anche la maglia.
Non è da me gestirmi in questo modo in una gara oggettivamente non estrema come questa, ma forse invecchiando si iniziano a fare scelte più sensate. Un pò di tempo fa avrei tirato dritto a testa bassa, esplodendo miseramente pochi km più avanti.
Il terzo e ultimo giro scorre via veloce, non avendo più riferimenti davanti né inseguitori dietro. Dovrei essere attorno alla decima posizione assoluta e sicuramente sul podio di categoria, sempre che la memoria non mi abbia abbandonato, e non abbia sbagliato di contare gli avversari davanti. Questo pensiero mi accompagna per diversi kilometri, finchè non scorgo una sagoma in lontananza. Controllo il ciclocomputer che segna un valore di wattaggio piuttosto basso: sto girando al medio e sto guadagnando sui miei avversari ... Stai a vedere che la tattica di risparmiarsi un pò prima ha pagato?
Controllo sul gps e mancano circa 12 km al traguardo ... Butto giù un altro gel e aumento la spinta sui pedali. La sagoma davanti si avvicina finchè non la raggiungo e supero con sorprendente facilità, non avendo neanche superato i valori di ftp.
Evidentemente la ftp era sovrastimata non avendo eseguito nessun test negli ultimi due mesi, e l'allungo presenta il conto sulla rampa successiva: crampo di qua, crampo di là, stringo i denti e scollino. Ingurgito tutto ciò che rimaneva nella borraccia e ingoio l'ultimo gel. O la va o la spacca. Mancano sì e no 20 minuti di gara e confido che le indicazioni del gps siano corrette: nell'ultimo giro si salta l'ultima micidiale rampa al 20%.
Ssee, come no ...
Rettilineo, deviazione, rampa ... Impreco! Guardo dietro e non vedo nessuno. Tiro un sospiro di sollievo e mi accingo a superare sto ultimo ostacolo prima del traguardo. Salgo a neanche 300 w, zigzagando che neanche l'ultimo dei velocisti sullo Zoncolan ma finalmente scollino.
Il traguardo è li. Penso: “beh, nonostante tutto non mi è andata male, il percorso era divertente e senza allenamento scavo un podio di categoria ... Accontentiamoci”. E invece sento lo speaker che esclama il mio nome accompagnato da “primo classificato categoria Master 1 ...”
Non ci credo ... Ho fatto bene i conti su quelli davanti ... Ho gestito bene le energie. Ho approfittato del calendario sfavorevole per i miei avversari storici che hanno disertato in massa, ma si sa, gli assenti hanno sempre torto ... E mi sono laureato campione regionale marathon disputando la gara col peggior allenamento degli ultimi anni.
Foto: Giovanni Celeghin e Tiziano Celeghin
Quindi se volete vincere una gara senza allenamento, sperate che gli avversari siano già in offseason avanzata ... Ma soprattutto giocatevi bene le poche cartucce che avete, preparate la strategia alimentare migliore che potete e usate la testa, quando le gambe non rispondono più.
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