Chiunque pedali a Trieste e dintorni sa che da 20 anni a questa parte la terza domenica di gennaio si corre la Lanaro Granfondo. La leggenda narra che questa manifestazione sia nata come ritrovo tra pochi e intimi amici, salvo poi diventare un appuntamento fisso e vera e propria vetrina della stagione che verrà. Alcuni atleti vi partecipano a scopo ludico e goliardico, ma per altri è un vero e proprio main event, al quale arrivano avendo abbondantemente consumato i sentieri dei 33 km di percorso.
Dopo un anno di sosta a causa delle rigide restrizioni anticovid del 2021, si è tornati a gareggiare, pur a ranghi dimezzati. Diversi atleti, storici competitors di questa manifestazione, sono stati costretti a seguirla sui social media a causa di quarantene, isolamenti o impossibilità a conseguire il certificato medico necessario per poter attaccare il numero in schiena.
La Lanaro granfondo inizia però già qualche giorno prima del colpo di pistola di domenica. Sui social spopolano pronostici, tattiche di gara più o meno segrete (di queste regolarmente nessuna verrà poi portata a termine), consigli dei vari guru del ciclismo locale, e soprattutto una buona dose di trashtalking tra i concorrenti. Il tutto animato però sempre da uno spirito bonario e goliardico. Alla fine siamo tutti dei grandi amici e non dimentichiamo mai che si corre per vincere una bottiglia di vino, oltre che il titolo di campione del mondo del ciclismo triestino.
Ma veniamo alla cronaca vera e propria... Il totoscommesse più accreditato dava per favorito il nostro Daniel, seguito da Roberto Vidoni (vincitore del 2020, ultima edizione prepandemica) e da un altro nostro atleta, Miran. Daniel e Miran hanno recentemente cambiato squadra ma si ritrovano comunque a vestire la medesima divisa, difendendo i colori della ASD Flamme Rouge Aerrebike Leecougan.
La loro tattica è semplice: scremare il gruppo nei primi 10 minuti di gara, su strada bianca in leggero falsopiano. Successivamente spalancare il gas sulle terribili rampe della prima salita.
Non ci crederete, ma il piano di battaglia è stato eseguito alla perfezione. Miran imposta il limitatore di velocità e mena 400 w fissi per i primi 10 minuti. Nelle retrovie si odono insulti e rumori molesti. Alla base della prima salita ci sono 5 corridori, tra cui ovviamente i nostri Daniel e Miran.
Qui entra in gioco Daniel che con la sua tecnica e gli abbondanti 15 kg meno di Miran sgattaiola come uno stambecco seminando tutti gli inseguitori. Da qui in poi sarà per lui una cronometro individuale. Miran deve portare a spasso 80 kg, che con le pendenze oltre la doppia cifra diventano magicamente il doppio, almeno a percezione. Scollina in quarta posizione ma riesce a non andare fuorigiri del tutto, recuperando nel tratto in leggera discesa. Roberto Vidoni, in seconda posizione, cerca di non lasciarsi sfuggire Daniel mentre Miran si mette a ruota di Diego Palamin (ciclista di gran nome, con un passato tra i dilettanti). Palamin e Vidoni sbagliano però un paio di traiettorie e le pietre carsiche, affilate come rasoi non perdonano. Pfff... Senza aver sferrato nessun attacco, a metà gara Miran si ritrova secondo. Da qui in poi, conscio di aver accumulato un buon vantaggio sugli inseguitori, la tensione si abbassa e può calpestare i pedali in scioltezza. Ne esce un gran tempo nella seconda metà di gara, segno che la strategia di alimentazione e idratazione sono state ben calibrate. Daniel e Miran percorrono la seconda metà di gara con un tempo pressochè identico, distanzianti di circa 3 minuti il primo dal secondo.
Dopo le terribili rampe del Lanaro, tratti cementati al 15% di pendenza, si può festeggiare. Daniel sigla il nuovo record del percorso, mentre Miran abbatte il proprio personale di quasi 3 minuti. Il piano è riuscito alla grande!
Il campione del mondo dei triestini è quindi nuovamente Daniel Pozzecco, già pluridetentore di questo titolo in passato. Miran sigla il suo miglior piazzamento e la squadra ASD Flamme Rouge centra il colpaccio, senza dimenticare il terzo posto femminile dell'esordiente in mtb Elisabetta Feresin...
PS: analizziamo un po' le strategie alimentari di Daniel e Miran per questa gara particolare. Daniel si affida da molto tempo a una sua routine collaudatissima e stavolta non fa eccezione. La classica scorpacciata di carboidrati prima dello start, un buon caffè, qualche pezzetto di frutta a guscio. Borracce riempite di Nrgy Unit Drink: una in partenza e una a metà gara. Nulla di così particolarmente innovativo insomma. Condito a piacere da qualche Nrgy Unit Gel da tenere in tasca per ogni necessità.
Miran invece decide per una strategia un po' diversa dal solito. Essendo gennaio, con temperature vicine ai 5/8 gradi (seppur con una splendida giornata di sole), opta per una strategia più vicina al ciclocross che alla disciplina mtb granfondo/marathon, ovvero senza l'utilizzo di borracce durante la competizione. La colazione è a base di fiocchi d'avena, immersi in uno shaker di Regen by Nduranz, condito da due belle tazzone di the caldo con le fette biscottate. Quindi abbondanti carboidrati certamente, senza dimenticare una fonte proteica (contenuta nella bevanda Regen) e abbondanti liquidi. Non volendo portare in gara nemmeno una borraccia, è stato importante idratarsi bene prima della partenza: una borraccia di Nrgy Unit Drink da sorseggiare ogni 10 minuti nell'ora antecedente lo start è stata la soluzione. La gara prevedeva circa 1 ora e mezza di durata durante la quale, a intervalli regolari sono stati assunti 3 Nrgy Unit Gel: il primo e l'ultimo con caffeina, l'altro senza.
Può sembrare curioso andare in gara senza borracce, ma questa strategia è stata ovviamente già sperimentata e scelta per non aver “distrazioni” durante il percorso. Chi conosce a memoria ogni pietra di questa gara sa benissimo quali sono i punti migliori per idratarsi, e i tre gel energetici cadevano a pennello con questa strategia. Pur avendo spinto decisamente (il misuratore di potenza indicava a fine gara un fattore di intensità pari al 90%, con 334 w normalizzati per 1 h 30 min e 42 secondi), non ci sono mai stati “vuoti energetici” o peggio ancora crampi muscolari.
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