Questa storia nasce nell'estate del 2020. È appena passata la prima estate in epoca pandemica, e dopo il periodo di lockdown forzato, in tanti riscoprono la voglia di praticare attività sportiva. Dopo i primi mesi in cui le autorità concedevano esclusivamente discipline sportive individuali, le federazioni sportive hanno stilato le linee guida anche per gli sport di squadra e di contatto.
Era giunto il momento di tornare a calcare i campi di pallacanestro.
Prima di innamorarmi del ciclismo e degli sport di resistenza ero infatti un discreto giocatore di pallacanestro con diverse stagioni agonistiche in serie C alle spalle. Nelle ultime stagioni la mia società di appartenenza è retrocessa in serie D, il che significava un impegno sicuramente più gestibile e la possibilità di giocare un campionato di vertice.
Ad agosto 2020 inizia l'avventura: preparazione atletica, prime partite amichevoli, costruzione di un bel gruppo e l'inizio del campionato fissato per metà novembre. In quel periodo le gare in bici erano molto scarse, viste le difficoltà che gli organizzatori dovevano superare in base ai protocolli anticovid, quindi la coesistenza di allenamenti in bici e in palestra con la palla a spicchi non mi pesava particolarmente.
Purtroppo la situazione epidemica è rapidamente peggiorata in autunno, impedendo il corretto svolgimento del campionato. La stagione di pallacanestro 2020/2021 è stata cancellata.
Erase and rewind.
Saltiamo a piedi pari ad agosto 2021. Le congiunzioni astrali sembrano essere finalmente favorevoli per iniziare a giocare un campionato completo. La società di cui faccio parte, ASD AKK Bor Trieste, si iscrive al campionato di serie D con il chiaro intento di vincerlo e guadagnarsi la promozione in serie C.
In qualità di veterano ed ex capitano, nonché fisioterapista e addetto alla preparazione atletica, la prendo sul serio e sul personale. L'obiettivo è stato fissato e pubblicamente dichiarato. La strada era segnata!
L'avventura inizia a metà ottobre e la sorte ci riserva immediatamente un derby. La partita è nervosa e brutta. Tutti noi giocatori non giocavamo una partita ufficiale da almeno due anni, alcuni (tra cui io che mi ero ritirato alcuni anni prima) anche più. Soffriamo e a pochi minuti dal termine dobbiamo ancora recuperare un paio di punti. Da lì la svolta: stringiamo le linee difensive e con l'ultima azione suggelliamo il nostro primo successo. Questa sarà la linea conduttrice di tutta la stagione: sofferenza, difesa arcigna e tanto sacrificio.
Arriviamo a metà gennaio da imbattuti e ci scontriamo con la seconda forza del campionato nel nostro periodo peggiore. Le vacanze natalizie, alcune partite rimandate a causa di alcuni contagi tra i giocatori avversari e non ultimo il mio crescente impegno sui campi di gara in mtb (Lanaro Granfondo e Zimska Liga in particolare) ci fanno perdere smalto. Giochiamo un basket pessimo e subiamo la prima sconfitta, meritata.
Con lo staff tecnico decidiamo di impostare un periodo di richiamo atletico per disputare una migliore seconda parte di campionato. Per la gioia dei miei compagni, due volte a settimana inseriamo un programma di ricondizionamento atletico oltre al normale allenamento con la palla.
Questo sarà il periodo decisamente più provante per la mia stagione agonistica: spesso aggiungo agli allenamenti con la squadra anche sedute individuali in bicicletta, sui rulli. So già che la mia stagione agonistica in bici avrà un solo culmine, a luglio, ma non voglio lasciare scendere troppo lo stato di forma in sella a febbraio e marzo per non soffrire eccessivamente alla ripresa. La stanchezza si fa sentire ma i risultati sono buoni. La squadra di pallacanestro ricomincia a girare come un orologio e riesco comunque a togliermi qualche soddisfazione in sella, centrando diversi podi alle gare Moreniche Bike race, Marathon Bici e Prosecco, Marathon Valle Zignago.
L'alternanza continua di allenamenti così diversi come bici e basket è stressante per il fisico e per la testa, costringendomi a porre particolare attenzione all'alimentazione e ai periodi di riposo. Ma se non uccide, fortifica.
Arriviamo così alla terzultima giornata di campionato: scontro diretto con la seconda classificata. In caso di vittoria siamo promossi. In caso di sconfitta si decide tutto nei successivi due turni.
Partenza shock: ci ritroviamo subito sotto di 17 punti. Ma conosciamo le nostre qualità e gradualmente recuperiamo fino a superare gli avversari negli ultimi 5 minuti di partita. Da lì, l'irreparabile: uno scontro violento sotto canestro fa infuriare un mio compagno di squadra che verrà poi espulso per proteste. Giostra di tiri liberi che premia la freddezza degli avversari. Subiamo la sconfitta, delusi, come i nostri sostenitori, accorsi numerosi a tifarci sugli spalti.
Dopo questo matchpoint ne abbiamo un altro: abbiamo ancora qualche punto di vantaggio in classifica, così ci basta vincere le ultime due partite per esser sicuri della promozione, indipendentemente dai risultati dei nostri contendenti.
La nostra tenacia e forse anche un po' di fortuna ci premia: vinciamo le ultime due partite e contemporaneamente assistiamo alla sconfitta della seconda classificata. Siamo quindi finalmente sicuri di aver vinto il campionato e aver conquistato la promozione sul campo, con sole 3 sconfitte su 26 giornate.
Gioco a pallacanestro da quando ho 8 anni, ed è di fatto il mio primo amore sportivo. Ho iniziato a pedalare perchè sentivo la necessità di praticare uno sport che mi rendesse più libero di allenarmi quando voglio/posso e che mi responsabilizzi individualmente. Ma il richiamo della chimica da spogliatoio, del giocare l'uno per l'altro, in una squadra è stato troppo forte. Posso ritenermi privilegiato di aver vissuto questa stagione di vertice, apportando il mio mattoncino, in un gruppo di compagni di squadra ma soprattutto amici, nonostante le differenze di età e di lingua madre.
Per ora ci godiamo ancora il momento e festeggiamo, ma presto bisognerà iniziare a programmare la prossima stagione nella serie superiore. L'impegno fisico, mentale e tecnico sarà indubbiamente maggiore e mi costringerà nuovamente a una scelta: bici o basket? Ho una strana sensazione che anche stavolta non saprò scegliere, continuando con la mia personalissima versione di biathlon.
Concludendo: senza una programmazione dell'allenamento e periodi di scarico, e senza un'alimentazione bilanciata e integrata, non mi sarebbe stato possibile praticare regolarmente due attività così diametralmente opposte. Le gambe pesanti dopo gli allenamenti in bicicletta mi rendevano impacciato e lento nei cambi di direzione in campo. Di contro i continui balzi, salti, scatti sul parquet affaticavano le mie articolazioni ormai non più abituate a questi sforzi. I primi mesi sono stati i peggiori, quando mi sembrava tutto estremamente difficile ed innaturale. Solo dopo la seconda sessione di lavoro atletico in palestra ho iniziato a giocare con profitto, divertendomi come facevo anni fa, prima di dedicarmi al ciclismo.
L'integrazione con i prodotti Nduranz e 4Endurance Nutrition mi ha permesso di non restare mai a corto di energia, nemmeno quando bisognava allenare la reattività e rapidità di piedi in palestra dopo aver già spremuto le gambe in bicicletta. La mia strategia tipica era assumere 60 g di carboidrati all'ora in sella, da barrette o con le borracce di Nrgy Unit Drink. Nel breve periodo tra l'allenamento in sella e la palestra assumevo un po di frutta disidratata (ananas, albicocche, prugne, banane, ecc) e mezza dose di Regen. Una volta entrato in palestra continuavo a idratarmi con Nrgy Unit Drink e aggiungevo del Nrgy Unit Gel con caffeina. In generale nelle giornate di allenamento doppio l'alimentazione era principalmente glucidica, abbondando con pasta, riso, patate e cercando di evitare cibi eccessivamente processati e industriali. Nelle giornate di solo bici, l'alimentazione era varia, con leggero surplus glucidico, mentre preferivo dei pasti a base di proteine e grassi nei rari giorni in cui non mi allenavo o praticavo solo il basket.
Tirando le somme a fine stagione, posso dire di aver migliorato l'elevazione nel salto verticale, la rapidità di reazione e nei cambi di direzione. Ho indubbiamente peggiorato la FTP in sella, migliorando però la potenza massima di picco sui 5s. E mantenuto il peso corporeo stabile tra 79 e 80 kg per tutta la durata della stagione.
Le basi sono quindi solide per programmare la prossima stagione.
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