Come i fiori dopo l'inverno, a marzo e aprile iniziano a sbocciare le prime gare ciclistiche, sia mtb che strada. Tra Friuli occidentale e Veneto c'è l'imbarazzo della scelta. Vuoi per le mie scarse condizioni fisiche attuali, vuoi perchè sono fondamentalmente un trattore, ho deciso per mettere in calendario un insolito back to back in terra Veneta tra fine marzo e inizio aprile.
Due gare di mtb praticamente fotocopia, di circa 70 km ciascuna, completamente piatte, entrambe con partenza vicino a Caorle, rinomata località turistica estiva, famosa per le sue spiagge di sabbia.
Le gare in questione sono la Bici Prosecco del 27 marzo e la Marathon Valle Zignago del 3 aprile. La prima riservata ai soli amatori, la seconda aperta anche alle categorie open/elite. Questo dettaglio ha reso le due gare così simili tra loro fondamentalmente molto diverse.
Così inizia la marathon Bici Prosecco, col nostro Miran Bole dentro la mischia.
Partiamo da un breve riassunto della prima: marathon Bici Prosecco. Domenica di sole e quasi caldo. Abbiamo appena spostato le lancette degli orologi passando all'ora solare e molti atleti ne risentono, presentandosi in griglia come gli orsi appena svegliati dal letargo. La gara è riservata alle categorie amatoriali e le griglie di partenza sono differenziate per categorie di età. Nella mia griglia corrono ragazzi dai 20 ai 40 anni di età. Quelli con i capelli più grigi partiranno un minuto più tardi.
Corsa intensa su un tracciato pianeggiante estremamente polveroso e scivoloso.
Il tracciato è pianeggiante e prevede tre giri da 23 km circa, tutti estremamente polverosi e scivolosi. La partenza è frenetica, e cerchiamo subito di portar via un gruppetto di 5 atleti. La fuga va in porto e a metà secondo giro cerco di fare ulteriore selezione alzando il ritmo. Pessima scelta. Sbaglio fettuccia e porto tutta la banda a raccoglier margherite per campi. Facciamo marcia indietro ed è tutto da rifare. Ma la fatica del forcing resta tutta nelle mie povere gambe, reduci da appena una settimana di allenamenti dopo 12 giorni di stop per ferie. La fine del secondo giro scorre tranquilla con qualche attacchino timido da parte degli avversari. A inizio terzo giro accade ciò che stravolgerà la corsa: il gruppo dei nonnetti partiti dietro di noi ci riprende. Da 5 diventiamo di colpo 10 e quindi risulta ulteriormente difficoltoso evadere al gruppo. La mia tattica è andata a farsi benedire, ma negli ultimi 15 km mi metto comunque davanti a tutti a far l'andatura. Sbraccio più e più volte supplicando un cambio, ma a quanto pare dietro a me sono tutti timidi e non vogliono farsi fotografare in testa. Non mi resta che tirar dritto cercando di gestire le energie. So che in volata parto battuto (già di mio non sono uno sprinter, figuriamoci in queste condizioni) e allora cerco la fagianata. L'ultima doppia curva a “S” dista circa 400 m dal traguardo. Entro in testa, piego la bici e prego che la gomma tenga. Il cavatappi di Laguna Seca mi fa un baffo e guadagno 50 metri sugli inseguitori. Testa bassa e menare a più non posso, ma c'è ancora una curva e gli ultimi 50 m di rettilineo per la bandiera a scacchi. Sento le gambe indurirsi e l'acido lattico salire fino alle orecchie. Entro nell'ultima curva dietro a un veterano e a un paricategoria che mi brucia in volata.
Una gara difficile fino all'ultimo momento.
Vorrei fermarmi e rifiatare subito dopo l'arrivo ma è impossibile: appena smetto di pedalare ho i crampi a qualsiasi muscolo io conosca (e essendo un fisioterapista, ne conosco un bel po').
Sono visibilmente arrabbiato per la condotta troppo spavalda e generosa, ma in fin dei conti ci metto poco a realizzare che tutto sommato è andata bene e ho raccolto un risultato migliore di quanto potessi sperare. Sono consapevole però che in condizioni di forma normale, avrei portato a spasso la banda fin oltre il traguardo. Mi riprometto che mi rifarò, già la domenica successiva.
Un po' deluso e stanchissimo, ma il secondo posto non è niente male.
Ecco che arriva in un battibaleno la famosa “domenica dopo”. Solo che le condizioni climatiche sono completamente diverse. Fa freddo, c'è vento e in settimana ha piovuto molto, il che significa che sarà una mattanza di fango. Decido per l'abbigliamento felpato. Meglio sudare che aver freddo! Sono previsti due giri da 34 km, senza difficoltà altimetriche, ma alcuni tratti fettucciati da far venire il capogiro.
La partenza è una mass start includendo le categorie open/elite che mi aspetto abbiano un altro passo rispetto a noi amatori. Così è, e infatti già dopo poche centinaia di metri un gruppetto di 5 atleti va in fuga. Dietro a loro ci organizziamo in una decina, tutti con buon motore. Stavolta opto per una gestione molto più conservativa stando spesso a ruota e nei momenti in cui tiro il gruppo non esagero mai. La cosa sembra funzionare e piano piano alcuni atleti del nostro gruppo si staccano. Ovviamente i miei paricategoria non mollano di un centimetro e così mi ritrovo a giocarmi la vittoria di categoria negli ultimi 10 km. Li percorro nuovamente tutti in testa, ma stavolta conscio di aver una settimana di allenamento in più nelle gambe, non vado regolare bensì sgaso a ogni uscita di curva. Guadagno sempre 10/20 m che poi il mio avversario recupera. Hmm, devo inventarmi qualcosa. Stavolta il tratto finale prevede un fettucciato di 1 km netto con curve a gomito e passaggi strettissimi. Non propriamente l'ideale per un manzo di 190 cm come me, a meno che non lo prenda in prima posizione. Se vuole superarmi, dovrà passare sopra il mio corpo!
Questa volta Miran corre per il primo posto! Foto: Alessandro Billiani.
Entro deciso, guido nel miglior modo possibile e arrivo all'ultima curva in testa. Gas a martello, preghierina che la gomma tenga e si arriva al traguardo davanti. Incredibile: penso sia la prima volata che vinco da un bel pezzo. E senza crampi!
Raccolgo quindi un secondo e un primo posto in questa breve parentesi veneta. Due tracciati molto simili, due condotte di gara abbastanza diverse, ma sempre e comunque un gran divertimento. Alla fine si corre per quello!
Congratulazioni a Miran Bole per il primo posto! Foto: Alessandro Billiani.
E per finire, un po' di dati:
Bici&Prosecco chiusa a 29,8 km/h di media, consumando 2600 kcal in 2 ore 20 minuti a una potenza media di 284 w e una fc media di 166 bpm. E la sensazione di dover svitare le gambe e buttarle nel cestino dell'umido subito dopo la gara.
Marathon Valle Zignago chiusa a 26,5 km/h di media, consumando 3000 kcal in 2 ore 34 minuti a una potenza media di 302 w e una fc media di 175 bpm. E la sensazione di aver quasi sempre la situazione sotto controllo.
Quindi non basta una settimana di allenamento per rientrare in una forma almeno decente e presentabile dopo quasi due settimane senza bici. Però due settimane possono già essere un tempo congruo.
Finita questa parentesi di piattume e campagne, le prossime gare inizieranno a prevedere nuovamente un po' di dislivello. Non vedo l'ora. Più o meno.