Nella gara in Karlovac in Croazia del 11 giugno, Mitja Krevs ha ottenuto un risultato incredibile - nella gara a 10.000 metri il suo tempo era 29 minuti e 59 secondi, col quale ha battuto il limite magico dei 30 minuti con un ritmo di 3 minuti al chilometro.
Mitja, congratulazioni. Ultimamente i tuoi risultati continuano a migliorare. Hai cambiato qualcosa?
Tutto questo affare col coronavirus e la quarantena mi ha aituato dal punto di vista dell'allenamento. Era un altro lato positivo che mi ha dato più possibilità per il recupero, permettondomi di allenarmi più riposato.
Negli ultimi anni avevo problemi con lesioni, ma quest'anno ero in grado di allenarmi per tutto l'inverno accordo ai miei piani, il che era indubbiamente un altro fattore.
E poi ci sono alcuni dettagli che a volte sono decisivi. Talvolta non sai neppure cos'è la cosa che ha fatto la differenza rispetto a stagioni precedenti, forse piccolezze.
Com'era l'allenamento?
Anche se per la maggiorità del tempo ero a casa, non potevo allenarmi in modo ideale perché nelle mattine ho dovuto prendermi cura di mia figlia. D'altra parte, non avevo responsabilità legate al lavoro, il che mi ha dato molta libertà.
Il piano d'allenamento era un pochino differente. In un modo, tutto è andato bene e l'allenamento aveva un ottimo effetto su di me. Ma non ci sono cose essenziali da sottolineare che abbia fatto in modo differente quest'anno. Forse mi sono serviti un paio d'anni per adattare il mio corpo agli allenamenti più lunghi (prima ho corso in gare di media lunghezza) e tutto si è collegato in una storia di successo ovvero un ottimo risultato.
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Come possiamo arrivare a un risultato così?
Non è facile dire cosa richiede un risultato così.
Senza dubbio c'è bisogno di molto sforzo e sacrificio, ma ogni indviduo è differente. Possiamo ottenere lo stesso risultato in modi differenti. Una strada non sarà ugualmente efficiente per due persone. Se due podisti si allenano nello stesso modo, alla fine forse non otteranno lo stesso risultato perché l'allenamento non avrà lo stesso effetto su di loro. Anche se vi dico come ho ottenuto questi risultati io, non significa che funzionerebbe lo stesso per un'altra persona.
Fai qualcosa di differente dalla concorrenza?
Mi sembra difficile compararsi alla concorrenza. Ognuno forse ha un approccio differente, anche se tutti aspiriamo allo stesso fine.
Non dipende tutto dalla tecnica, anche se indubbiamente la tecnica è importante. In gare lunghe, l'economicità della corsa può fare la differenza. Se la corsa è economica, puoi preservare un bel pò di energia e se la gara dura due ore, stiamo parlando di molti secondi.
Credo sia importante conoscere se stessi e che anche il vostro allenatore vi conosca. Devi sapere dov'è il limite, fino a dove puoi arrivare, quando l'allenamento si deve rilassare un pò e quando lo si può portare al massimo. Alla fine, ogni podista è differente.
Come ottenere una corsa economica?
Alcuni corridori nascono con una tecnica molto bella ovvero la possiedono naturalmente. Spesso ciò è collegato al fatto se abbiamo fatto sport da giovani. La differenza con una persona che ha cominciato a correre in età adulta è notevole.
Osservando podisti amatoriali vedo differenze notevoli. Anche chi non si era allenato professionalmente ma aveva solo corso per ricreazione, anche se per un certo periodo non praticavano sport, quando ripartono, forse a quarant'anni, si vede immediatamente che hanno una certa esperienza, memoria dei muscoli, una tecnica più perfezionata. Mentre quelli che hanno cominciato a praticare sport più tardi, cioè non praticavano sport da adolescenti, spesso hanno bisogno di lavorare di più sulla tecnica.
Come migliorare la tecnica?
Dev'essere uno sforzo cosciente. L'allenatore può osservare il podista e indicare quello che si deve migliorare, ma poi l'unica cosa che funziona è pratica, pratica, pratica. Servono molti allenamenti prima che certe cose entrino nel nostro subconscio. A volte si tratta di dettagli molto piccoli che forse però sono difficili da cambiare.
Puoi dirci di più su questi dettagli?
Per esempio come si finisce il passo. Alcuni podisti fanno un passo breve, non lo completano. Queste cose sono difficili da allenare. Podisti amatoriali spesso fanno l'errore di atterrare sul tallone. Questo può essere rimediato, mentre altre cose, come la posizione dei fianchi, il completamento del passo nella parte finale, la postura, queste cose sono più difficili da migliorare.
Ma comunque sono importanti gli esercizi per la forza, le gambe, le caviglie. Con questi esercizi possiamo migliorare molto la tecnica della corsa, specialmente l'economicità. Il passo diventa più elastico, l'uso di energia aumenta, il tempo di contatto diventa più breve. Questi dettagli si accumulano e alla fine portano a un risultato migliore.
Cosa ci puoi dire in riguardo all'atterraggio?
Dobbiamo sempre atterrare sotto il nostro punto di gravità, in modo che il passo non sia troppo avanti. Il primo contatto col suolo dovrebbe essere sulla parte posteriore del piede. Poi dipende dalla velocità. Quando la velocità è alta, corriamo più sulle dita, e quando corriamo più lentamente, il tallone si porta più in basso e forse allora atterriamo sul piede intero. Ma se si tratta del ritmo di corsa mio o di un ritmo competitivo simile, allora atterriamo sulla parte posteriore del piede.
La tecnica è molto differente a dipendenza della velocità della corsa. I velocisti hanno una tecnica completamente diversa. Anche quando corrono lentamente durante gli esercizi, se corressimo uno insieme all'altro, si vedrebbero differenze notevoli. La loro tecnica è adattata alle loro corse molto brevi. Ma per noi, tutto è basato sull'economicità del passo.
E la posizione del corpo?
Il corpo dev'essere dritto. Capita spesso a podisti amatoriali che il corpo è inclinato troppo in avanti, i fianchi sono troppo indietro, che sono seduti, come diciamo.
Per quanto riguarda la rotazione a destra e sinistra, si desidera che sia più ridotta possibile, perché questo influenza il movimento e la rotazione nei fianchi e ginocchia. Correndo a lungo, questo può anche risultare in lesioni.
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Cosa consigli a qualcuno vicino al tuo livello che vuole raggiungierti?
Una cosa è pianificare gli allenamenti in modo corretto. Dobbiamo scegliere una gara che diventa il nostro fine centrale e poi basare tutta la forma su questa gara, poiché non è possibile essere in forma migliore per tutta la stagione. Abbiamo sempre un picco e poi la forma comincia a diminuire.
Quando vogliamo ottenere un risultato, dobbiamo adattare la forma in tempo corretto. Se ci prepariamo in modo giusto, la preparazione dura circa tre mesi, per 10 chilometri forse anche meno. Forse bastano due mesi e mezzo.
E gli allenamenti?
Gli allenamenti devono essere diversificati. Dobbiamo includere tutti i tipi di allenamento, veloci, lenti, corse a tempo, fartlek, inclinazioni, forse anche la bicicletta. Ci deve essere un pò di tutto.
Nella fase di preparazione è meglio non esagerare, dobbiamo risparmiarci. Nella fase conclusiva, nell'ultimo mese, il mese principale, allora facciamo gli allenamenti più severi. Ma all'inizio gli allenamenti devono essere con un pò di riserva e poi l'intensità aumenta gradualmente fino al punto della gara.
Gli esercizi per la forza sono importanti. Lo so che nei circoli amatoriali questo tipo di allenamento non è popolare. Anche alcuni podisti professionali li vedono come un male necessario. Lo stretching e importante per la preventiva delle lesioni, e anche i massaggi.
Quando ci alleniamo parecchio, è importantissimo il recupero. Buon ricupero porta a un buon allenamento. Buon allenamento senza recupero non può durare a lungo. Se ci alleniamo duramente senza riposarci, prima o poi non saremo più in grado di continuare.
Non c'è una formula semplice che funzionerebbe per tutti. Ognuno deve adattare i propri allenamenti a se stesso e pianificarli intorno alla gara finale, prendersi cura del recupero e svolgere allenamenti diversi.
Fartlek è un tipo di allenamento a intervalli in natura che unisce la corsa lenta e veloce, ma si può aggiungere anche il cammino e altri esercizi. I primi a usarlo erano i Svedesi nel 1930, e nella loro lingua fartlek significa "gioco di velocità".
C'è bisogno di un allenatore?
Nello sport di più alto livello è difficile senza allenatore.
Come sportivo o podista pensi diversamente dall'allenatore. Ai podisti professionali potrebbe succedere presto che non fossero in gradi di fermarsi un pò o vedere cose nello stesso modo come le vedrebbe qualcuno guardando da un altro punto di vista. Anche il sopporto psicologico è importantissimo, perciò credo che avere un allenatore è un grande vantaggio.
Ma ci sono anche persone che ottengono successo senza un allenatore.
Come deve essere un allenatore?
L'atleta e l'allenatore devono avere un simile punto di vista delle cose. La comunicazione è importantissima, specialmente per quanto riguarda gli allenamenti.
Anche l'allenatore non può mettersi nei tuoi panni. Può cercare di capirti, ma non può sapere come stanco sei, se hai giorni difficili, perciò devi essere in grado di comunicare con l'allenatore in modo che le cose si adattino ai tuoi bisogni.
Com'è il tuo allenatore?
Sono un membro del club Atletsko društvo Štajerska Maribor, dove c'è anche il mio allenatore.
Stiamo collaborando individualmente. Sfortunatamente, tra di noi c'è una distanza notevole, perciò non può essere presente più spesso durante i miei allenamenti, e per colpa del lavoro neanch'io posso andare a Maribor troppo spesso. Ci vediamo da tempo a tempo, ma siamo sempre in contatto per telefono o posta elettronica, perciò la nostra comunicazione è ottima.
Te lo devi pagare da solo?
Il club paga per il mio allenatore. Come membro non ho spese aggiuntive.
Grazie, Mitja. Alla fine, una domanda per divertimento. Credi che il tuo ritmo di corsa sia più veloce della velocità massima di una persona media?
Per darti una sensazione, col mio ritmo il mio tempo a 600 metri sarebbe 1 minuto e 48 secondi.
Comunque ci sono differenze notevoli tra persone. Per una persona sotto la media sarebbe difficile ottenere questa velocità oppure la potrebbe ottenere per un tempo molto breve. Una persona media la può raggiungiere, ma non so per quanto tempo. Anche 100 metri non è poco.
Per illustrare la velocità di Mitja abbiamo usato la nostra Andreja, anch'essa una mezzofondista molto veloce. Nel video entrambi corrono col loro ritmo a 10.000 metri (3 minuti al chilometro per Mitja e 5 minuti al chilometro per Andreja). Ora potete vedere in pratica la velocità di Mitja.
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