Nicol Guidolin: Secondo posto nell'Ultra Trail Vipava Valley
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Nicol Guidolin: Secondo posto nell'Ultra Trail Vipava Valley

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Quanto bisogna sacrificare per raggiungere il traguardo della difficilissima Ultra Trail Vipava Valley?
Nicol Guidolin: Secondo posto nell'Ultra Trail Vipava Valley

Nicol Guidolin ha portato in alto la bandiera di 4Endurance alla prestigiosa Ultra Trail Vipava Valley svolta a inizio maggio. Sul percorso Centurion da 107 km e 4500 m di dislivello si è classificata seconda assoluta, con un distacco di soli 16 minuti (su 15 ore di corsa) dalla vincitrice.

4E: Sei nella settimana di rientro dalla UTVV da 107 km. Come stai dopo questa avventura? La fatica ha lasciato qualche strascico sul tuo fisico o sei riuscita a gestire bene lo sforzo?

NG: Tutto sommato non posso lamentarmi perchè sono stata discretamente bene. Il giorno dopo la gara sono riuscita a fare leggeri esercizi di stretching e sentivo semplicemente le ginocchia irrigidite. Nei giorni successivi mi sono dedicata al nuoto in piscina e tanti esercizi di allungamento. Probabilmente ho perso qualche kilogrammo a causa delle tante calorie consumate, ma a dir il vero non mi sono pesata, né prima né dopo la gara. A differenza di altre gare non ho avuto i classici DOMS da discesa. Il ritmo è stato sempre decisamente alto ma mai estremo come può succedere in gare più corte.

4E: Quanto tempo ti prendi per recuperare al meglio dopo una gara cosi lunga e impegnativa? Segui un programma particolare prestabilito con il tuo allenatore (Andrea Mauri) o ti affidi alle sensazioni di giorno in giorno?

NG: Sicuramente devo sforzarmi e avere pazienza. Non è la mia virtù principale, ma in casi come questi la pianificazione logica deve prendere il sopravvento sulla voglia di strafare. Mi affido completamente ad Andrea, che é il mio coach e che fino a ora mi ha guidato con molta professionalità e attenzione. Mi fido ciecamente di lui e condivido con lui le mie sensazioni, seguendo poi le sue indicazioni in merito al riposo e alla ripresa degli allenamenti per i prossimi impegni.

4E: Sei contenta della tua prestazione? É andato tutto secondo i piani o hai dovuto adattare qualcosa in corso d'opera?

NG: Devo dire che sono contenta di questa mia prima esperienza Ultra. Ho imparato sulla mia pelle che è meglio avere una scorta abbondante di barrette e acqua, anche in abbondanza. La sacca intermedia con il vestiario di ricambio e la mia ciotolona di riso era situata al 68esimo km (che in realtà poi era quasi il 70esimo). Purtroppo al 65esimo km però sono rimasta senza acqua e cibo. I kilometri di li in avanti erano sì in piano e senza difficoltà altimetriche, ma estremamente difficili da percorrere a causa della tecnicità del terreno. Le tempistiche previste di percorrenza erano quindi abbastanza sballate. Ho dovuto sudarmi il ristoro e me lo sono preso con più calma per rinfocillarmi e reidratarmi a dovere. Pur sapendo di subire un grosso distacco dalla prima concorrente, ho impiegato più di 20 minuti per mangiare e bere con calma. Questo mi ha però permesso di affrontare al meglio i successivi 50 km. Una volta ripartita infatti stavo bene e sono riuscita a chiudere il percorso senza grossi cali.

4E: Per la prima volta sei partita in notturna e hai percorso un kilometraggio così elevato. Qual'é stato il momento piú emozionante della gara?

NG: La notte é bellissima. Magica. Bisogna essere molto concentrati sul percorso. Le moderne lampade permettono di affrontare il percorso in totale sicurezza, da tanta lulce emettono. Due momenti mi sono rimasti particolarmente impressi. In cima al monte Nanos, in piena notte, mi sono girata e ho visto la striscia di lampade frontali che illuminavano il percorso. Suggestivo. Ma forse ancora più emozionante è stato percorrere la cresta montana all'alba, con il sorgere del sole da un lato e la luna piena dall'altra.

4E: C'é stato qualche momento di crisi o sconforto? Cosa é successo e come sei riuscita a superarlo?

NG: Oltre al piccolo errore di calcolo al 70esimo km, ho avuto qualche difficoltà verso la fine della gara. Dal 85 km in poi ormai mancava quasi esclusivamente pianura, ma il sole era già alto e le temperature molto elevate (soprattutto se paragonate a quelle notturne in vetta). È stato il primo vero caldo stagionale e onestamente non me lo aspettavo. Sentivo la nausea salire e le gambe farsi pesanti e lente. Non ero preparata a questa eventualità e in un momento di sconforto ho pensato quasi di mollare. Poi ho ripercorso i sacrifici che ho fatto per prepararmi a questo evento, nonostante la sfortuna si sia in qualche modo accanita su di me (ho avuto la febbre a una settimana dalla gara e ho passato diverse notti insonni ad accudire mio figlio, febbricitante anche lui). In quel momento ho pescato dal taschino dello zaino un'ultima barretta... Training Bar Nduranz alla cannella, la mia preferita! Mi ha dato quel pizzico di energia in più per trascinarmi fuori da questa crisi. Non sono sicura che il risultato sarebbe stato uguale se il gusto non fosse alla cannella.

4E: Se potessi tornare indietro nel tempo, cambieresti qualcosa della tua preparazione o della gestione in gara?

NG: Considerato tutto: il bambino piccolo, le notti insonni, l'allattamento, i malanni, direi che non posso avere rimpianti. Ho fatto quello che potevo, e sinceramente forse anche di più. Il tutto grazie alla mia famiglia e al mio team di supporto. I piani erano ovviamente altri e forse più ambiziosi (non sono famosa per accontentarmi del risultato), e se tutto fosse filato liscio, la condizione sarebbe stata migliore. Ma la stagione è ancora lunga e ho ancora qualche obiettivo da raggiungere.