Staffetta di Muggia
Tempo di lettura: 7 min

Cronaca di un disastro annunciato e di un inaspettato successo

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Miran Bole corre la Staffetta di Muggia.
Staffetta di Muggia

Nel corso degli ultimi mesi avete imparato a conoscermi seguendo questo blog dove racconto un po le mie avventure, agonistiche, escursionistiche, cestistiche... Mancavano quelle podistiche... fino ad ora... Sapete benissimo che adoro accettare le sfide sportive più disparate e stavolta è arrivata l'occasione di mettersi alla prova con il running. Anzi, rimettersi alla prova...

Amante degli sport outdoor, non manca nel mio bagaglio culturale la corsa ed il trailrunning, praticato però sempre in maniera dopolavoristica e per puro diletto, solitamente nei periodi di transizione tra le stagioni ciclistiche, o in fase di preparazione atletica durante il periodo da giocatore di basket.

In passato ho partecipato a una Lanaro granfondo, coprendo i 32 km e 900 m di dislivello di sentieri in abbondanti 3 ore e mezza. Non sto a raccontarvi i crampi e i dolori articolari a cui mi ero esposto. La preparazione era infatti molto sommaria, limitata a qualche corsetta domenicale. Parliamo di gennaio 2014. Ne è passata di acqua sotto i ponti.

Nell'inverno tra il 2019 ed il 2020 mi sono ripromesso di correre i 10 km sotto i 40 minuti, quindi con un passo medio sotto i 4 min/km. La preparazione è stata leggermente più strutturata, dedicandomi esclusivamente al running e abbandonando il ciclismo per diverse settimane. Purtroppo un intoppo a metà strada mi ha rallentato, ma la lesione muscolare al gluteo non mi ha impedito di concludere la mia personale impresa con un onesto 39'27” sulla distanza dei 10 km su strada. Soddisfatto e appagato, ho lanciato le scarpe da running nel cestino e ho abbandonato questo sport.

Fino a fine luglio 2022... Complice un offerta eccezionale in un negozio di articoli sportivi, ho riacquistato un paio di scarpe da running (solo perchè sono stato attirato dai colori sgargianti e dal prezzo ridicolo). Non sapevo ancora se e quando le avrei utilizzate. Non immaginavo che le avrei utilizzate praticamente subito.

Prima della Staffetta di MuggiaPieni di energia prima della gara.

Tra le mille scemenze che ci scambiamo con il triatleta Andrea Mauri via whatsapp, mi arriva una locandina inerente una gara podistica. L'evento è ormai un classico del panorama podistico locale: una staffetta a squadre da tre atleti che si sfidano su un percorso a bastone da 1000 m per un totale di un' ora di gara. Sulla carta sembra molto semplice: si corre circa 4 minuti, e si riposa per 8... Mi attivo per cercare una squadra con cui competere soprattutto alla coppa banco post gara. Purtroppo non ricevo adesioni alla mia iniziativa e così ci accordiamo con Andrea e suo fratello di formare un team. Andrea e Moreno sono ottimi triatleti e iniziano a preparare l'evento con scientifica maniacalità: ripetute in pista, prova percorso, tapering programmato. Mi sento a disagio... Non faccio una corsa da oltre 1000 m da circa 9 mesi. è ora di ricominciare: mancano 12 giorni alla gara.

STEP 1: capire se le scarpe che ho acquistato fanno al caso mio e capire se sono ancora in grado di correre. Opto per un primo assaggio di mezzoretta a ritmi variabili. Le scarpe sono inaspettatamente comodissime e corro senza grossi fastidi ai piedi, allungando il passo fino a un ritmo di circa 3'30” al km... Esplodo in tempi rapidissimi però. Comunque obiettivo raggiunto: il motore gira a buoni regimi, e senza allenamento riesco a gestire comunque un ritmo interessante. Peccato che dopo 5 minuti sia KO.

Seguiranno abbondanti sedute di esercizio di mobilità attiva per recuperare dai doms che pervadono ogni angolo del mio corpo dalla cintura in giù.

STEP 2: abituiamo il corpo alla corsa: l'obiettivo e correre a ritmo costante per circa 10km. Ho ormai recuperato dai fastidi della prima corsa e con una buona dose di coraggio (e un nrgy unit gel di incoraggiamento) parto. I primi kilometri filano via lisci a 4'20” su brecciolino. arrivo a metà strada e viro verso la via del ritorno (percorso a bastone). Comincio a soffrire ma vedo che il passo non cala troppo. Ricomincio a sentire i muscoli del polpaccio, soprattutto il soleo. Sento un po di fastidio anche al mediogluteo ma decisamente meno importante. Arrivo agli ultimi due kilometri: i polpacci ormai sono della consistenza della superficie su cui sto correndo. Il battito cardiaco resta sul ritmo medio; il cuore è ben allenato dalle attività in bici. Soffro. Perdipiù le cuffie bluetooth mi abbandonano e oltre a percepire la pesantezza del mio passo, ora anche la sento. Arrivo quasi strisciando ai fatidici 10 km e mi sento vuoto come un mollusco. Ci metto un po a riprendermi passeggiando tranquillamente. Confido nel miracolo del Regen che mi aspetta nella borraccia, lui deve assolutamente rimettermi in sesto... Mancano 9 giorni alla gara...

STEP 3: ripetute a ritmo gara. Acceso un cero al Regen che mi ha veramente sistemato, mancano 6 giorni alla gara e decidiamo di provare un paio di ripetute a ritmo gara, con recuperi incompleti. Si parte, riscaldamento e via. Mi sembra di sprintare mentre sono a circa 3'30”/km. Il contakilometri avanza lentissimamente e sento bruciare gambe e fianchi ricordate il mediogluteo di cui poco sopra? Ecco, mi sembra di avere due punteruoli conficcati dentro a questo muscoli tanto misconosciuto quanto indispensabile). La prima ripetuta se ne va, così anche la seconda e la terza, a una media di 3'35”/km... la quarta è quella della deflagrazione. 3'55” con sensazione di morte imminente... Bene ma non benissimo. Ma ormai il dado è tratto. bisogna solo cercare di recuperare. Intanto i miei compagni studiano le tattiche di gara tra una ripetuta in pista e l'altra. Sono teso!

STEP 4: 3 giorni alla gara, quel che è in barca, è in barca. Bisogna solo recuperare dai fastidi muscolari e tenere le gambe agili. Decido quindi per una quarantina di minuti di trailrunning a ritmo di defaticamento, senza forzare. Le gambe sembrano abbastanza leggere e i piedi galleggiano rapidamente tra un ostacolo e l'altro. I fastidi stanno rientrando man mano che continuo a correre. La fiducia aumenta.

Arriva una chiamata: Andrea ha subito un piccolo incidente e non sarà della partita. Raccattiamo in extremis il nostro amico Simone, un atleta che definire eclettico è dir poco: trailrunner, ciclista, kitesurfer, skater, trekker, biker e chi ne ha più ne metta. Confidiamo in lui!

THE RACE DAY: ci siamo. Venerdì sera, il percorso è in riva al mare con un tasso di umidità dell'aria fotonico. Faccio un minimo di riscaldamento e sembro appena uscito da un tuffo in acqua. Sarà fondamentale mantenere una buona idratazione: a tal proposito ho preparato una borraccia di nrgy unit e due nrgy unit gel, con e senza caffeina. Se mi fermerò, non dovrà essere per crampi! Parto come secondo staffettista con la nostra squadra in decima posizione circa. Wow, le gambe sembrano girare da sole. Sento il vento accarezzarmi le guance, guardo l'orologio e mi spavento: segna 3'00”/km... CALMA!!! è un ritmo che so che non è sostenibile. Non a metà del primo giro, con altri 4 o 5 (forse 6) giri da percorrere.

Chiudo il primo giro con un passo di 3'09”. Record personale che non sarà più eguagliato ovviamente.

La corsa della Staffetta di MuggiaMiran ci fa fieri anche come podista.

Seguo la mia strategia di idratazione ma già a fine terzo giro, quando ormai le posizioni sono totalmente confuse (l'intrecciarsi di staffette maschili, femminili, miste e over55 ci fa perdere completamente la cognizione della posizione) accuso polpacci e glutei doloranti. Nei momenti di attesa del mio turno cerco di mettere in pratica ogni strategia fisioterapica di mia conoscenza per lenire un po le tensioni muscolari, con solo parziale beneficio. I miei compagni martellano tempi sempre attorno i 3'20”/km e l'impressione è di essere ben messi in classifica.

Arriva l'ultima, sesta tornata e in barba ai dolori miofasciali cerco di dar tutto. Nei ultimi 500 m allungo la falcata, spingo il busto in avanti e chiudo con il secondo miglior parziale personale. Le anche ringraziano, ma di crampi o disturbi gastrointestinali neanche l'ombra, pur avendo fatto uno sforzo totalmente inusuale per me, spingendo il cuore oltre i 200 bpm, che non vedevo sul display del ciclocomputer o orologio da oltre 10 anni...

La fase di recupero inizia con una bella doccia gelata e una luuuuunga camminata per sciogliere la muscolatura ancora tesa e contratturata. Non appena il corpo ha recepito che non c'era altra fatica da fare e i battiti sono decisamente scesi, è giunto il momento del mio fido alleato Regen. Per me semplicemente insostituibile!

Ma tanta fatica avrà servito? Alla fine siamo stati premiati come 5 assoluti percorrendo 18 giri (esattamente 6 giri a testa – precisione svizzera): un risultato di estremo prestigio contando che dei 3, nessuno è realmente un podista.

Ma tanta fatica avrà lasciato strascichi sul corpo? Certamente si... la sera stessa, obnubilato da qualche birra di troppo durante i festeggiamenti la situazione era ancora sotto controllo. L'indomani, dopo una lunga dormita, la muscolatura rigida si è fatta sentire. Scendere le scale è stata un'impresa titanica, per non parlare dell'alzarsi dal water. Ma alla fine dei conti so di essere un masochista e sorrido quando percepisco queste sensazioni, perchè significano aver sperimentato qualcosa di diverso dalla solita routine.

E in fin dei conti, qualche giorno dopo ero nuovamente sul sentiero ad allacciarmi le scarpe e partire per un altra corsa.

Ceremonia della staffetta di MuggiaI ragazzi si godono la birra meritata.

Post scriptum: guardando i dati, ho corso 6 x 1060 m (non erano solo 1000, mannaggia agli organizzatori! quei 60 metri di disavanzo sembrano pochi, ma in realtà sono infiniti...) sempre sotto i 3'30” di passo, con una preparazione di totali 42 km nei 12 giorni precedenti. E deambulo ancora...

PLEASE, DON'T TRY THIS AT HOME.

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