- Cominciamo dalle basi. Fai un allenamento duro, e ne sei molto fiero. Qual è l'errore più grave che commettono gli atleti senza esperienza?
- Abbiamo notato che anche quelli che consigliano “polenta e salsiccia” hanno cominciato a usare le bevande isotoniche. Molti però credono che una bevanda isotonica basti per qualunque esigenza. In quali casi basta quella?
- E la questione di assumere troppe poche calorie? Influisce sulla rigenerazione o ci basta compensare con maggiori quantità di specifici amminoacidi o proteine?
- Specialmente tra i più giovani – e in particolare tra i nuotatori e le nuotatrici – i genitori non vogliono che assumano bevande rigeneranti, anche se il loro allenamento non è diverso da quello dei colleghi più anziani. Dicono che “sono troppo giovani per gli integratori.”
- So che non è il tuo campo, ma te lo chiedo lo stesso, visto che a quanto pare fra poco ci toccherà pedalare con le mascherine. Un famoso dottore sloveno ha detto, rivolgendosi agli atleti, che il migliore amico del sistema immunitario durante l'attività sportiva è lo zucchero. L'articolo, ovviamente, parlava di “super-alimenti” e altri integratori miracolosi. Sei d'accordo?
- Proteine e carboidrati: in quale rapporto? Ma è poi tanto importante?
- Il Reg-N che hai contribuito a sviluppare contiene 50 g di carboidrati e 30 g di proteine. Finora la regola d'oro del 4 a 1 è stata in favore dei carboidrati?
- Piano, andiamo con ordine. La combinazione ottimale di carboidrati? So che in linea di massima non importa quali siano, basta che entrino rapidamente in circolazione.
- E le proteine?
- La volta scorsa hai accennato a una conferenza in Spagna, ma hai detto che dopo aver studiato in Gran Bretagna volevi pedalare il più possibile sulle montagne della Slovenia. Puoi fare una previsione su come sarà il prototipo?
La rigenerazione dopo aver pedalato è importante anche in questi tempi incerti, e anche se essere costretti all'interno del proprio comune rende le cose ben poco interessanti. Quando da piccoli abbiamo cominciato a pedalare il concetto di rigenerazione non ci importava molto, ma già allora conoscevamo ogni angolo del nostro comune. La bici era principalmente un mezzo per andare lontano, specialmente quando a scuola saltavano le ultime due ore e i genitori non lo sapevano. Ed è rimasta sinonimo di libertà anche quando, anni dopo, la passione è ritornata.
La situazione è incerta, ma una cosa è sicura: continueremo a pedalare con passione, all'aperto o su Zwift. Per questo abbiamo raccolto varie domande sulla rigenerazione dopo la bici – ma anche dopo altre attività – e le abbiamo girate al dott. Tim Podlogar, chinesiologo, grande studioso, e ciclista.
Tim si occupa principalmente di atleti che gareggiano, e le gare cambiano completamente il concetto del ciclismo. La libertà va sacrificata a vantaggio di disciplina, routine, e rinunce. Ma una cosa è certa: più gareggiamo – contro noi stessi, contro i compagni di club, o nelle gare – più ritroviamo la libertà che avevamo da bambini durante le gare di quartiere, con il contachilometri a cavo e le ruote posteriori consumate. La rigenerazione dopo la bici spesso fa la differenza tra un primo e un quinto posto, perché si rischia di non riuscire ad allenarsi al massimo.
Figura 1: Lo Human Performance Center, il primo gruppo interdisciplinare Sloveno di esperti ed amanti dello sport che si attenga alla filosofia di base della ricerca scientifica: sperimentare, e poi verificare la teoria. Ma più che cercare nuove teorie, si dedicano principalmente a come rimediare ai punti deboli di chi fa gare, date le differenze fra atleta e atleta, con allenamento, riposo, dieta e altro.
Vista l'importanza dell'argomento della rigenerazione per i ciclisti, questa intervista sarà pubblicata in TRE PARTI. Facciamo inoltre notare che l'incontro è avvenuto via Skype. Nella prima parte gli abbiamo posto alcune domande frequenti tra i ciclisti, nella seconda ci siamo concentrati su come il corpo si adatta in seguito ad allenamenti e alimentazione, e nella terza approfondiamo il metabolismo del ciclista.
I ciclisti hanno più o meno accettato la necessità di usare bevande isotoniche. Ovviamente hanno cominciato ad usarle per via degli elettroliti (avevano letto o sentito parlare del magnesio, soprattutto). Ma ad un certo punto hanno capito che lo scopo della bevanda isotonica è molto simile a quello dei gel, della cioccolata, delle banane o delle mandorle – è cibo. È nutriente, perché durante l'allenamento non siamo in grado di mangiare abbastanza velocemente, ma dobbiamo comunque alimentarci. Senza carburante rimaniamo a secco. Molti, e specialmente chi punta al podio, ha scoperto il segreto del successo, e non è un gran mistero. Se manteniamo rigorosamente stabile la concentrazione di glucosio nel sangue, facciamo sapere ai nostri sensori di energia che va tutto bene e che le condizioni sono ottimali perché i muscoli ci diano dentro. Il sistema nervoso funziona normalmente e i muscoli rimangono in grado di spingere sui pedali – i muscoli lisci nelle pareti dei vasi sanguigni si adattano al massimo flusso di sangue (vasodilatazione), e gli ormoni dello stress sono nei limiti; tutto assieme questo permette di avere un battito cardiaco basso, e una pressione normale. E inoltre assumere almeno 90 g di carboidrati all'ora durante gli allenamenti più lunghi impedisce che i muscoli si deteriorino e migliora quindi il processo rigenerativo. Ne parleremo oggi col nostro ospite, che ha contribuito a sviluppare la bevanda isotonica Ndure e la bevanda rigenerante Reg-N.
Se il problema con le bevande isotoniche è che non si attinge a tutto il loro potenziale nutritivo, che quindi rimane nell'apparato digerente e vi causa problemi, il problema delle bevande rigeneranti sono le proteine – troppe o troppo poche. Un rapporto di 5 a 1 tra carboidrati e proteine di certo non è ottimale, perché finiremmo per consumare troppi carboidrati o troppe poche proteine.
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